La Mostra

Relazione tecnica

Un’ampia selezione dei reperti archeologici risalenti alla fase formativa della Cultura di Golasecca (XII-X secolo a.C.) - rinvenuti durante gli scavi per la realizzazione del collegamento ferroviario tra i due terminal di Malpensa - è in mostra, in maniera permanente, alla stazione ferroviaria del Terminal 2 dell’aeroporto internazionale.

L’esposizione “La Civiltà di Golasecca – Gli Insubri, primi Celti d’Italia” è frutto di un accordo tra il Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Regione Lombardia, Gruppo FNM e SEA. La mostra raccoglie 77 tra oggetti e strutture originali, accompagnati da apparati multimediali che illustrano le origini degli Insubri, primi Celti d’Italia cui si devono, nel corso della successiva età del Ferro, sia lo sviluppo di una rete di contatti commerciali tra il Mediterraneo e l’Europa centrale sia la fondazione di importanti città lombarde a partire da Milano.

Complessivamente, durante i lavori per la realizzazione del collegamento ferroviario tra i due terminal di Malpensa, inaugurato a dicembre 2016, erano state rinvenute 81 sepolture con corredo ceramico e bronzeo. Le tombe, scavate nella nuda terra, contenevano al loro interno il cinerario - un vaso in ceramica con i resti cremati del defunto - con un corredo di armille (braccialetti), fibule (spille) e anelli. Si tratta di oltre 300 reperti tutti inventariati, catalogati e restaurati.

“La Civiltà di Golasecca – Gli Insubri, primi Celti d’Italia” rappresenta una inedita e grande vetrina espositiva, un elemento di sorpresa e di grande suggestione visiva in un luogo particolare come la stazione ferroviaria del terminal di un aeroporto internazionale. La mostra permette da una parte di valorizzare i reperti a brevissima distanza da dove sono stati scoperti, dall’altra di renderli visibili a centinaia di migliaia di persone 365 giorni all’anno e 24 ore su 24.


Un percorso di scoperta

L’intera area interessata dalla “riqualificazione” è rappresentata da un “cambio percettivo sensoriale” luci, colori e superfici cambiano rispetto le aree commerciali adiacenti.

La scelta del pavimento in linoleum naturale permette a chi transita di sentire, anche attraverso il feedback che i suoi passi, che si è entrati in una nuova zona, portando il viaggiatore a rallentare per poter meglio cogliere ciò che lo circonda.

A pareti un caldo, morbido e raffinato color tabacco viene declinato tra la presenza di boiserie rivestite in ecopelle e le tinteggiature delle pareti sovrastanti la boiserie e il grande lucernario che caratterizza e illumina la zona di sottostante.

Il visitatore viene accolto nel allestimento da un grande pannello informativo rivestito in ecopelle con trama briks, che funge da cornice ad una grande lastra dorata contenete una breve spiegazione dell'esposizione e gli attori che hanno partecipato alla sua realizzazione.

Procedendo verso l’accesso ai treni, sul lato sinistro, troviamo le teche contenenti i reperti archeologici. Proprio come una grande libreria di pregio dove poter trovare a ogni posto un prezioso manoscritto, la parete si trasforma in un grande espositore raffinato dove poter ammirare, in ogni teca, i preziosi reperti; alla stessa stregua di una Wunderkammer.

La parete è rivestita da una boiserie alta 250 centimetri da terra, fissata alla struttura tramite un profilo sagomato che le permetta una perfetta adesione ai montanti retrostanti. Nello stesso stile del Grande Pannello Introduttivo, anche questa boiserie è composta da pannelli rivestiti in ecopelle cucita con trama irregolare, tipo "bricks" di colore tabacco. Ogni pannello sarà composto in “multistrato”, cioè da un pannello in legno di base da 2 cm, che ne fa la struttura, e da piccoli pannellini in pelle ad esso applicata. A terra uno zoccolo finito in ferro verniciato permette una facile pulizia dello spazio. Posizionate sul rivestimento troviamo le teche, che possono essere divise in 2 tipologie; la prima scatolata in metallo, con l’interno in finitura simil foglia d’oro e l’esterno in ferro grezzo.

La seconda tipologia di teca, pensata in un’unica misura, è provvista di fondo metallico cieco e va completamente realizzata, per le restanti parti, in vetro. Il fondo metallico, collegato al muro retrostante nello stesso modo delle teche più grandi, è composto da due scatolari che si innestano l’uno sull’altro; in questo modo è possibile posizionare dietro la mensola, in vetro opaco sui lati più grandi e trasparente su quelli più piccoli, una striscia led che funge da illuminazione generale, utilizzando la lastra come fibra ottica.

A destra dello spazio espositivo troviamo invece una parete, anch’essa rivestita con la medesima trama della libreria, che ospita all’interno di sei alloggiamenti personaggi storici inseriti nel loro contesto storico territoriale. Tale rappresentazione si basa sulla tecnica delle quinte, dove ogni elemento è stampato su lastre in vetro e posizionate a distanza diversa per formare un paesaggio in tre dimensioni.

Procedendo, al centro, non si può non notare una “piramide a tronco” di vetro e ferro, che cela un cassetto scorrevole colmo di sabbia e nel quale sono adagiati i reperti meglio conservati.

Tale teca è composta da due elementi monolitici: il primo costituito dall’involucro su tre lati in lamiera grezza sorretta da una struttura in tubolare di ferro su cui poggia la maggior parte del prisma di vetro che chiude la teca, il secondo elemento è il carrello contenete un cassettone di 10 cm; a tale struttura sono legati gli elementi di chiusura della prima parte, ovvero una lastra di vetro e la lastra in lamiera che costituisce l’ultima faccia del prisma.

Procedendo, ai lati delle scale, si possono trovare tre pareti ledwall, per in totale di 54 schemi da 55 pollici, sostenute da una struttura in lego rivestita in lamiera.

Davide Bruno